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venerdì 23 maggio 2014

IL RINFORZO POSITIVO


Ma come fare per stabilire un contatto con lui?

Desideravo tantissimo che cominciasse a fidarsi di noi e che uscisse dalla gabbia ! Sapere che aveva trascorso gli ultimi 8 mesi al negozio in uno spazio molto angusto da condividere con altri suoi simili, mi faceva stare male.

Anche oggi, quando vedo in certi negozi dei poveri pappagalli segregati in spazi ristretti e non idonei mi fa salire l'angoscia e il desiderio prenderli e portali via tutti ! E' la stessa sensazione che provano gli amanti dei cani quando visitano un canile !

Decisi che la tecnica detta del “rinforzo positivo" era il sistema migliore per insegnare al mio Brad alcuni comportamenti.

Cos’è un rinforzo positivo? È un comportamento positivo che dà forza a un altro comportamento,
e che tendera' a ripetersi nel tempo se le conseguenze sono positive per il soggetto.

Bisogna pero' premettere che ogni pappagallo ha il suo carattere e che e' più facile addomesticare un pappagallo giovane rispetto a uno più anziano che potrebbe negli anni aver acquisito dei comportamenti sbagliati da correggere.

Inoltre una infinita pazienza e tanta calma sono alla base per avere buoni risultati e instaurare un buon rapporto basato sulla reciproca fiducia.

Percio' mi misi subito al lavoro e tentai di arrivare ad insegnargli quattro semplici comandi (su, giu', no, ok) andando per fasi.

  1. La prima fase: prendere confidenza con noi e imparare e fidarsi. Ogni giorno, per circa mezz'ora, mi sedevo di fronte alla gabbia, parlando dolcemente e porgendogli la spiga di panico attraverso le sbarre. E' importante, in queste fasi, osservare sempre l'atteggiamento del corpo e l'espressione, così da evitare problemi di stress , nervosismo, ecc.
    Tutti gli esercizi vanno fatti solo se il pappagallo è calmo e voi rilassati.
  2. Ottenuta la sua fiducia, cercai di convincerlo ad uscire dalla gabbia, sempre usando la spiga di panico come incentivo, avvicinando il dito davanti allo sportello della gabbia aperta. Aspettavo che salisse sul dito, dicendo “bravo” ogni volta che timidamente poggiava una zampa e poi l'altra, premiandolo col panico e aspettavo, senza mai spostare il dito, che scendesse spontaneamente.
  3. Finalmente, dopo alcuni giorni, tentai con movimenti lenti e senza costringerlo di portarlo fuori dalla gabbia . Non si deve costringere il pappagallo a fare cose quando è agitato perché questo non farà altro che rafforzare la sua sfiducia verso di noi.
Dopo circa un 1 mese dall'acquisto, Brad aveva finalmente imparato, oltre ai comandi su e giu', ad uscire autonomamente per posarsi TRIONFALMENTE sul tetto della SUA gabbia!




E' importante ricordare che le sgridate e le punizioni con il pappagallo sono perfettamente inutili
e le lezioni vanno ripetute una o due volte al giorno per, al massimo, 15-20 minuti, con calma e pazienza e ricompensandolo subito con un “bravo” seguito dal bocconcino ogni volta che esegue, o tenta di eseguire, cio' che gli chiediamo.

Al termine di ogni sessione , se è stato bravo, ricompensatelo con una gratificazione ulteriore: un bocconcino o una carezza.

E' fondamentale associare sempre gli stessi gesti con la stessa parola (su, giu', ecc), essendo intelligente capira' e ubbidirà.

Se un giorno il pappagallo è svogliato, non forziamolo e impariamo a “leggere” il suo linguaggio del corpo, rispettandolo e magari riprovando un po' piu' tardi.

Bisogna pero' anche avere delle aspettative realistiche sul proprio pappagallo, ognuno ha la propria personalità, proprio come noi umani!