Ma
come fare per stabilire un contatto con lui?
Desideravo
tantissimo che cominciasse a fidarsi di noi e che uscisse dalla
gabbia ! Sapere che aveva trascorso gli ultimi 8 mesi al negozio in
uno spazio molto angusto da condividere con
altri
suoi simili, mi faceva stare male.
Anche
oggi, quando vedo in certi negozi dei poveri pappagalli segregati in
spazi ristretti e non idonei mi fa salire l'angoscia e il desiderio
prenderli e portali via tutti ! E' la stessa sensazione che provano
gli amanti dei cani quando visitano un canile !
Decisi che la tecnica detta del “rinforzo positivo" era il sistema migliore per insegnare al mio Brad alcuni comportamenti.
Cos’è
un rinforzo positivo? È un comportamento positivo che dà forza a un
altro comportamento,
e
che tendera'
a ripetersi nel tempo se le conseguenze sono positive per il
soggetto.Bisogna pero' premettere che ogni pappagallo ha il suo carattere e che e' più facile addomesticare un pappagallo giovane rispetto a uno più anziano che potrebbe negli anni aver acquisito dei comportamenti sbagliati da correggere.
Inoltre
una infinita pazienza e tanta calma sono alla base per avere buoni
risultati e instaurare un buon rapporto basato sulla reciproca
fiducia.
Percio'
mi misi subito al lavoro e tentai di arrivare ad insegnargli quattro
semplici comandi (su,
giu',
no, ok)
andando
per fasi.
- La prima fase: prendere confidenza con noi e imparare e fidarsi. Ogni giorno, per circa mezz'ora, mi sedevo di fronte alla gabbia, parlando dolcemente e porgendogli la spiga di panico attraverso le sbarre. E' importante, in queste fasi, osservare sempre l'atteggiamento del corpo e l'espressione, così da evitare problemi di stress , nervosismo, ecc.Tutti gli esercizi vanno fatti solo se il pappagallo è calmo e voi rilassati.
- Ottenuta la sua fiducia, cercai di convincerlo ad uscire dalla gabbia, sempre usando la spiga di panico come incentivo, avvicinando il dito davanti allo sportello della gabbia aperta. Aspettavo che salisse sul dito, dicendo “bravo” ogni volta che timidamente poggiava una zampa e poi l'altra, premiandolo col panico e aspettavo, senza mai spostare il dito, che scendesse spontaneamente.
- Finalmente, dopo alcuni giorni, tentai con movimenti lenti e senza costringerlo di portarlo fuori dalla gabbia . Non si deve costringere il pappagallo a fare cose quando è agitato perché questo non farà altro che rafforzare la sua sfiducia verso di noi.
E'
importante ricordare che le
sgridate
e le punizioni
con il pappagallo sono perfettamente inutili
e
le
lezioni vanno ripetute una o due volte al giorno per,
al massimo, 15-20
minuti, con
calma e pazienza e ricompensandolo subito con un “bravo” seguito
dal bocconcino ogni volta che esegue,
o tenta di eseguire,
cio' che gli chiediamo.
Al
termine
di ogni sessione
,
se è stato bravo, ricompensatelo
con
una gratificazione ulteriore:
un bocconcino o una carezza.
E'
fondamentale associare
sempre gli stessi
gesti
con la stessa parola (su, giu', ecc), essendo
intelligente capira'
e
ubbidirà.
Se
un giorno il pappagallo è svogliato, non forziamolo
e
impariamo a “leggere” il suo linguaggio del corpo, rispettandolo
e magari riprovando un po' piu' tardi.
Bisogna
pero' anche avere
delle aspettative realistiche sul proprio
pappagallo, ognuno
ha la propria personalità, proprio
come noi umani!