Gestione, comportamento e prevenzione problemi comportamentali del pappagallo tenuto come pet.
Per educare, capire e migliorare il rapporto con il proprio pappagallo domestico.
Non esistono cattivi pappagalli, esistono proprietari poco informati!
Molti proprietari di pappagalli notano che, in certi periodi dell’anno, il loro animale sembra “più nervoso” o più incline a difendere spazi, oggetti o persone.
Spesso questo cambiamento è legato a un aumento degli ormoni riproduttivi, una condizione naturale che prepara il corpo e il cervello alla riproduzione.
Tuttavia, è importante capire che gli ormoni, da soli, non causano l’aggressività.
Possono rendere il pappagallo più predisposto a reagire, ma perché il comportamento si manifesti serve sempre uno stimolo preciso.
In questo senso, gli ormoni agiscono come un “evento di setting” una condizione che non provoca direttamente un comportamento, ma modifica la probabilità che esso avvenga in presenza dello stimolo giusto.
Quindi l'aumento di ormoni riproduttivi in circolo non causa direttamente l’aggressione, ma crea le condizioni perché essa possa emergere. Nel periodo ormonale, se qualcuno si avvicina al suo nido, alla gabbia o alla persona di riferimento, potrebbe reagire in modo aggressivo: l’ormone ha preparato il contesto, ma è la presenza dello stimolo (ad esempio l’intrusione) che accende la miccia del comportamento.
Capire questo meccanismo aiuta a prevenire conflitti e a gestire meglio il comportamento del pappagallo.
Un nuovo studio sull'addestramento con i pappagalli Ara.
L’obiettivo dello studio era mostrare come l’uso del rinforzo positivo possa migliorare il benessere dei pappagalli in cattività, rendendo più semplice sia la gestione quotidiana sia le procedure veterinarie, grazie alla loro collaborazione volontaria.
Il rinforzo positivo è una tecnica centrale dell’ABA (Applied Behavior Analysis), l’analisi applicata del comportamento. Il principio è semplice: quando un comportamento viene seguito da una conseguenza piacevole – come un bocconcino, un gioco, una carezza o un rinforzo sociale – aumenta la probabilità che quel comportamento si ripeta. In questo modo, non si punisce ciò che è indesiderato, ma si valorizza ciò che viene eseguito correttamente.
Applicato agli psittacidi, questo approccio rafforza la fiducia reciproca, riduce lo stress e trasforma le procedure di allevamento e mediche in esperienze positive e cooperative. Alla fine del periodo di studio, entrambi gli ara avevano anche ridotto i comportamenti aggressivi nei confronti dei custodi.
Questi risultati dimostrano che l’addestramento con rinforzo positivo è uno strumento efficace e pratico: consente ai pappagalli in cattività di partecipare volontariamente alle procedure di gestione e cura, migliorando al contempo il loro benessere generale e la qualità della relazione con i custodi.
Secondo una ricerca pubblicata su Scientific Reports, gli Ara golablu (Ara Glaucogularis) sono capaci di imparare semplicemente osservando altri individui della loro specie.
Si tratta del cosiddetto “apprendimento per imitazione”, ovvero la capacità di acquisire un comportamento nuovo copiando ciò che fanno gli altri, senza bisogno di prove dirette o istruzioni.
Un risultato che mette in discussione l’idea che questo tipo di apprendimento sia esclusivo dell’essere umano e che getta nuova luce sui complessi comportamenti di gruppo di questi pappagalli.
I pappagalli (Aves, Psittaciformes), e in particolare la specie Cacatua, in cattività mostrano spesso comportamenti di danza in risposta alla musica, anche se talvolta il movimento e' spontaneo, senza bisogno di stimoli sonori.
A prima vista questo comportamento può sembrare privo di significato, ma diversi elementi lo avvicinano al gioco e lo rendono un possibile indicatore di benessere e felicità.
È bene però prestare attenzione: movimenti simili possono talvolta assumere la forma di stereotipie, cioè azioni ripetitive legate a situazioni di disagio. Sono quindi necessari ulteriori studi per comprendere meglio la relazione tra danza e stato emotivo.
La danza, tuttavia, appare anche come una vera forma di gioco: nasce in modo naturale, a volte in assenza di musica, e sembra procurare piacere a chi la esegue. Proprio per questo rappresenta un’interessante finestra sui processi cognitivi dei pappagalli, permettendo di osservare capacità come imitazione, creatività e adattamento. La musica, in questo contesto, può diventare un arricchimento prezioso, capace di stimolare emozioni e comportamenti positivi nella vita quotidiana.
Oggi il concetto di benessere animale non si limita più all’assenza di esperienze negative, ma include anche la presenza di esperienze positive, come il piacere. In questo senso il gioco è fondamentale: è un chiaro segnale di benessere e può essere incoraggiato attraverso arricchimenti ambientali e strategie di gestione mirate.
Il movimento della testa, il movimento laterale e il rotolamento del corpo sono solo alcuni degli almeno 30 movimenti di danza utilizzati dai Cacatua in cattività, identificati dal team di studio della Charles Sturt University in Australia (https://journals.plos.org/plosone) analizzando video pubblicati sui social media di Cacatua danzanti
Il processo di apprendimento, per qualsiasi essere vivente, non è mai lineare. È un percorso fatto di piccoli successi e inevitabili momenti di difficoltà. Questo vale anche per l'educazione dei pappagalli, dove la relazione tra l’essere umano e l’animale assume un ruolo centrale.
Molto spesso si tende a pensare all’addestramento come a una serie di comandi da impartire e risposte da ottenere. Ma la realtà è ben diversa: ciò che funziona davvero è la costruzione di un dialogo autentico, un linguaggio condiviso che tenga conto della personalità, delle emozioni e dei bisogni del pappagallo.
Saper leggere e rispettare i segnali del proprio animale è ciò che fa la differenza tra un addestramento meccanico e uno basato sulla fiducia. Un pappagallo che si sente compreso e sicuro sarà molto più propenso a collaborare, ad apprendere e a crescere insieme al suo umano.
Empatia, pazienza, osservazione e tecnica sono gli strumenti più potenti in questo processo. Ogni difficoltà può diventare un’occasione di ascolto e ogni successo, anche piccolo, rafforza quel legame invisibile fatto di rispetto reciproco.
L’addestramento efficace non è il fine, ma il mezzo: un modo per costruire una relazione profonda e duratura, che metta al centro il benessere del pappagallo e la bellezza dell’apprendere insieme.
Il cervello degli uccelli è incredibilmente complesso, capace di apprendere, ricordare e provare emozioni come paura e ansia.
Rispettare il loro modo di sentire (cioe' come percepiscono soggettivamente una esperienza a livello mentale e fisico) — e non solo di agire — è il primo passo per una convivenza felice e consapevole.
Studi su specie come Corvi, Pappagalli e Ghiandaie mostrano che possono provare paura, frustrazione, sorpresa e reagire di conseguenza.
Paura e ansia
La paura è una risposta immediata a un pericolo reale. L’ansia, invece, è l’anticipazione di qualcosa di negativo che potrebbe accadere, anche in assenza di un pericolo visibile.
Un pappagallo che ha paura può fuggire, immobilizzarsi o aggredire.
Un pappagallo in costante allerta, invece, può sviluppare comportamenti ossessivi o ripetitivi, come vocalizzi eccessivi, aggressivita' o deplumazione.
Quando un pappagallo sviluppa comportamenti problematici legati all’ansia, non lo fa per dispetto. Sta cercando di ridurre o gestire un disagio interno. I comportamenti messi in atto sono strategie — spesso disfunzionali — per cercare sollievo.
Il cervello degli uccelli è organizzato in modo diverso da quello dei mammiferi, ma presenta funzioni simili. Il sistema limbico, che regola le emozioni, è presente anche negli uccelli e comprende strutture come:
Amigdala – Elabora la paura e gestisce le risposte emotive.
Ippocampo – Coinvolto nella memorizzazione, soprattutto di esperienze emozionali.
Ipotalamo – Regola il sistema nervoso autonomo e le reazioni fisiologiche allo stress.
Secondo Kuenzel (2000), sebbene alcune strutture differiscano da quelle dei mammiferi, il sistema limbico negli uccelli svolge ruoli simili, compresi memoria, apprendimento e reazioni emozionali.
Quando un uccello percepisce una minaccia, si attiva l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), che porta al rilascio dell’ormone dello stress: corticosterone.
Nei casi acuti, questo sistema è utile: prepara il corpo all’azione (fuga o difesa). Ma se lo stress continua per giorni o settimane, il pappagallo entra in uno stato di stress cronico che può causare cambiamenti permanenti nel cervello:
Il corticosterone in eccesso danneggia l’ippocampo, che regola la memoria e inibisce la risposta allo stress (Sapolsky et al., 1990).
L’amigdala diventa iperattiva e fissa nella memoria le esperienze negative.
I ricordi positivi, invece, diventano più difficili da formare o da richiamare.
Questo spiega perché un pappagallo cronicamente ansioso/in allerta tende a "scordare" situazioni serene, restando in uno stato di allerta continua anche in ambienti sicuri.
Come possiamo aiutare?
Offrire un ambiente prevedibile, con routine stabili.
Evitare situazioni che possano scatenare paura improvvisa.
Usare il rinforzo positivo per modificare gradualmente le associazioni emotive negative.
Fornire scelta e controllo al pappagallo (es. scegliere dove/come posarsi, giocare o alimentarsi).
Se il problema persiste, consultare un esperto.
Rif. Bibliografici:
Kuenzel, WJ. 2000. The Autonomic Nervous System of Avian Species. Sturkie's Avian Physiology. C. Causey Whittow. London UK, Academic Press.
Martin, K 2006. Psittacine Behaioural Pharmacotherapy. Manual of Parrot Behavior. A. U. Luescher. Ames Iowa, Blackwell Publishing.
Welle, KR. 2006. Behavior Classes in the Veterinary Hospital: preventing Problems before they start. Manual of Parrot Behavior. A. U. Luescher.
Il World Parrod Day (Giornata Mondiale del Pappagallo) si celebra ogni anno il 31 Maggio con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle minacce che i pappagalli, sia in natura che in cattività, devono affrontare.
Istituita nel 2004 dal World Parrot Trust, questa ricorrenza è nata per richiamare l’attenzione sulla grave devastazione provocata dal commercio di uccelli selvatici.
Il World Parrot Day è anche un momento per guardare indietro, verso le origini lontane di questi animali straordinari. L’evoluzione dei pappagalli affonda infatti le radici in un passato preistorico remoto, che risale al tempo dei dinosauri. Dal punto di vista evolutivo, i pappagalli – come tutti gli uccelli attuali (Aves) – discendono da un gruppo di dinosauri teropodi.
Uno dei fossili chiave per comprendere questa transizione è l’Archaeopteryx lithographica, vissuto circa 150 milioni di anni fa, nel Tardo Giurassico.
Considerato un vero e proprio anello di congiunzione tra i rettili e gli uccelli moderni, l’Archaeopteryx presentava un curioso mosaico di tratti primitivi – come denti, artigli e coda ossea – e caratteri aviari evoluti, come piume asimmetriche e ossa leggere pneumatizzate. È proprio grazie a queste caratteristiche che è ritenuto uno dei fossili più importanti per comprendere l’origine degli uccelli.
Celebrando il World Parrot Day, rendiamo omaggio non solo al presente dei pappagalli, ma anche al loro lungo viaggio evolutivo, fatto di adattamenti, sopravvivenza e trasformazioni profonde.
Questa giornata è anche un’opportunità per rafforzare la consapevolezza scientifica, promuovere la ricerca sulla biologia evolutiva dei pappagalli e sostenere progetti di conservazione basati su dati ecologici, genetici e comportamentali in un’epoca in cui molte specie sono minacciate dalla perdita di habitat, dal traffico illegale e dai cambiamenti climatici.
Il World Parrot Day, quindi, è molto più di una celebrazione: è un invito a connettere passato e futuro, scienza e responsabilità, curiosità e azione concreta.
Un’occasione per ricordarci che ogni pappagallo porta con sé una storia antichissima.
In natura, gli animali devono affrontare numerose sfide: la sopravvivenza richiede costante attenzione e adattamento.
Quando li accogliamo in ambienti protetti (ad esempio la nostra casa), eliminiamo molte di queste difficoltà, permettendo loro di vivere in condizioni più sicure e stabili.
Tuttavia, proprio per questo motivo, è fondamentale offrire loro nuove opportunità di stimolo e arricchimento.
Il nostro compito è arricchire quotidianamente il loro ambiente e la loro routine, fornendo esperienze sempre diverse e coinvolgenti.
L’addestramento, se ben strutturato, rappresenta di per sé una sfida positiva e stimolante per l’animale. Un addestratore creativo ha il potere di migliorare profondamente la qualità della vita dei suoi animali, contribuendo al loro benessere fisico e mentale.
Alcune specie di pappagalli, come Parrocchetti e Cacatua, dormono con un emisfero cerebrale alla volta, mantenendo un occhio aperto per individuare i predatori (Rattenborg et al., 2000). Questo fenomeno, noto come sonno uniemisferico (tipico anche di balene, delfini, uccelli migratori) consente loro di alternare il riposo tra i due emisferi senza bisogno di lunghi periodi di sonno continuo.
Durante il sonno normale, entrambi gli occhi si chiudono e il cervello entra in uno stato di incoscienza. Tuttavia, molti uccelli devono mantenere una costante vigilanza a causa dei continui pericoli. Per questo si sono evoluti sviluppando il sonno uniemisferico, alternando il sonno tra entrambi gli emisferi a seconda della sicurezza dell’ambiente, che permette loro di riposare senza abbassare la guardia contro minacce e predatori.
E' stato dimostrato che questo tipo di sonno e' presente nei Parrocchetti ondulati (Melopsittacus undulatus), nei Cacatua (Cacatua galerita), ma non è ancora certo se tutte le specie di pappagalli presentino questo tipo di sonno.
Riferimenti Bibliografici: Rattenborg, N.C., Lima, S.L., & Amlaner, C.J. (2000). "Half-awake to the risk of predation." Nature, 397(6718), 397-398.Rattenborg, N.C. (2006). "Evolution of slow-wave sleep and palliopallial connectivity in mammals and birds: a hypothesis." Brain Research Bulletin, 69(1), 20-29.Siegel, J.M. (2008). "Do all animals sleep?" Trends in Neurosciences, 31(4), 208-213.
Esistono diversi tipi di stress, ciascuno con effetti differenti sull'animale.
Lo stress positivo rappresenta una sfida gestibile e stimolante, come giocare o imparare qualcosa di nuovo, ed è spesso gratificante e talvolta favorisce la crescita personale.
Lo stress tollerabile, invece, è associato a esperienze impegnative e angoscianti (ad esempio la visita dal veterinario o la perdita di un "amico"), ma l'animale riesce a farvi fronte grazie a strategie di coping come il supporto sociale o l'esercizio fisico (il coping è l'insieme di comportamenti adottati per gestire, affrontare o ridurre conflitti ed eventi stressanti. Queste strategie di adattamento possono essere funzionali, favorendo una risposta efficace, o disfunzionali, aggravando la situazione). Anche questo tipo di stress, se gestito, può favorire la crescita senza causare danni a lungo termine.
Diverso è il caso dello stress tossico, dove l'animale non riesce a gestire la situazione, subendo impatti negativi sul lungo termine. Questo tipo di stress è spesso causato da fattori intensi o cronici, come traumi, isolamento o malattie. Gli effetti includono alterazioni del cervello, che portano a comportamenti disfunzionali come ansia, aggressività e ipervigilanza, con una significativa riduzione del benessere.
La capacità di affrontare lo stress dipende dall'intensità del fattore stressante, dall’accesso a risorse di coping e dalle esperienze precedenti. Non è il fattore di stress in sé a determinarne la natura, ma la capacità dell’animale di gestirlo.
Promuovere l’autonomia, è una strategia efficace per aumentare la resilienza dell’animale. Offrire opportunità per esercitare il controllo sul proprio ambiente, ad esempio rispondendo ai segnali di disagio, può rafforzare la capacità di gestire lo stress e migliorare il benessere nel lungo termine.
Un training basato sul rinforzo positivo e sulla scienza del comportamento favorisce il benessere animale ed è supportato dalla ricerca sulla neurobiologia dello stress e del trauma.