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sabato 28 giugno 2025

CERVELLO ED EMOZIONI

Il cervello degli uccelli è incredibilmente complesso, capace di apprendere, ricordare e provare emozioni come paura e ansia. 

Rispettare il loro modo di sentire (cioe' come percepiscono soggettivamente una esperienza a livello mentale e fisico) — e non solo di agire — è il primo passo per una convivenza felice e consapevole.

Studi su specie come Corvi, Pappagalli e Ghiandaie mostrano che possono provare paura, frustrazione, sorpresa e reagire di conseguenza.

Paura e ansia

La paura è una risposta immediata a un pericolo reale. L’ansia, invece, è l’anticipazione di qualcosa di negativo che potrebbe accadere, anche in assenza di un pericolo visibile.

Un pappagallo che ha paura può fuggire, immobilizzarsi o aggredire. 

Un pappagallo in costante allerta, invece, può sviluppare comportamenti ossessivi o ripetitivi, come vocalizzi eccessivi, aggressivita' o deplumazione.

Quando un pappagallo sviluppa comportamenti problematici legati all’ansia, non lo fa per dispetto. Sta cercando di ridurre o gestire un disagio interno. I comportamenti messi in atto sono strategie — spesso disfunzionali — per cercare sollievo.

Il cervello degli uccelli è organizzato in modo diverso da quello dei mammiferi, ma presenta funzioni simili. Il sistema limbico, che regola le emozioni, è presente anche negli uccelli e comprende strutture come:
  • Amigdala – Elabora la paura e gestisce le risposte emotive.

  • Ippocampo – Coinvolto nella memorizzazione, soprattutto di esperienze emozionali.

  • Ipotalamo – Regola il sistema nervoso autonomo e le reazioni fisiologiche allo stress.

Secondo Kuenzel (2000), sebbene alcune strutture differiscano da quelle dei mammiferi, il sistema limbico negli uccelli svolge ruoli simili, compresi memoria, apprendimento e reazioni emozionali.

Quando un uccello percepisce una minaccia,  si attiva l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), che porta al rilascio dell’ormone dello stress: corticosterone.

Nei casi acuti, questo sistema è utile: prepara il corpo all’azione (fuga o difesa). Ma se lo stress continua per giorni o settimane, il pappagallo entra in uno stato di stress cronico che può causare cambiamenti permanenti nel cervello:

  • Il corticosterone in eccesso danneggia l’ippocampo, che regola la memoria e inibisce la risposta allo stress (Sapolsky et al., 1990).

  • L’amigdala diventa iperattiva e fissa nella memoria le esperienze negative.

  • I ricordi positivi, invece, diventano più difficili da formare o da richiamare.

Questo spiega perché un pappagallo cronicamente ansioso/in allerta tende a "scordare" situazioni serene, restando in uno stato di allerta continua anche in ambienti sicuri.

Come possiamo aiutare?

  • Offrire un ambiente prevedibile, con routine stabili.

  • Evitare situazioni che possano scatenare paura improvvisa.

  • Usare il rinforzo positivo per modificare gradualmente le associazioni emotive negative.

  • Fornire scelta e controllo al pappagallo (es. scegliere dove/come posarsi, giocare o alimentarsi).

  • Se il problema persiste, consultare un esperto.









Rif. Bibliografici:
Kuenzel, WJ. 2000. The Autonomic Nervous System of Avian Species. Sturkie's Avian Physiology. C. Causey  Whittow. London UK, Academic Press.
Martin, K 2006. Psittacine Behaioural Pharmacotherapy. Manual of Parrot Behavior. A. U. Luescher. Ames Iowa, Blackwell Publishing.
Welle, KR. 2006.  Behavior Classes in the Veterinary Hospital: preventing Problems before they start. Manual of Parrot Behavior. A. U. Luescher.

sabato 31 maggio 2025

World Parrot Day – Dalle nuvole del passato al presente dei pappagalli


Il World Parrod Day (Giornata Mondiale del Pappagallo) si celebra ogni anno il 31 Maggio con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle minacce che i pappagalli, sia in natura che in cattività, devono affrontare. 

Istituita nel 2004 dal World Parrot Trust, questa ricorrenza è nata per richiamare l’attenzione sulla grave devastazione provocata dal commercio di uccelli selvatici.

Il World Parrot Day è anche un momento per guardare indietro, verso le origini lontane di questi animali straordinari. L’evoluzione dei pappagalli affonda infatti le radici in un passato preistorico remoto, che risale al tempo dei dinosauri. Dal punto di vista evolutivo, i pappagalli – come tutti gli uccelli attuali (Aves) – discendono da un gruppo di dinosauri teropodi.

Uno dei fossili chiave per comprendere questa transizione è l’Archaeopteryx lithographica, vissuto circa 150 milioni di anni fa, nel Tardo Giurassico. 

Considerato un vero e proprio anello di congiunzione tra i rettili e gli uccelli moderni, l’Archaeopteryx presentava un curioso mosaico di tratti primitivi – come denti, artigli e coda ossea – e caratteri aviari evoluti, come piume asimmetriche e ossa leggere pneumatizzate. È proprio grazie a queste caratteristiche che è ritenuto uno dei fossili più importanti per comprendere l’origine degli uccelli.

Celebrando il World Parrot Day, rendiamo omaggio non solo al presente dei pappagalli, ma anche al loro lungo viaggio evolutivo, fatto di adattamenti, sopravvivenza e trasformazioni profonde. 

Questa giornata è anche un’opportunità per rafforzare la consapevolezza scientifica, promuovere la ricerca sulla biologia evolutiva dei pappagalli e sostenere progetti di conservazione basati su dati ecologici, genetici e comportamentali in un’epoca in cui molte specie sono minacciate dalla perdita di habitat, dal traffico illegale e dai cambiamenti climatici.

Il World Parrot Day, quindi, è molto più di una celebrazione: è un invito a connettere passato e futuro, scienza e responsabilità, curiosità e azione concreta. 

Un’occasione per ricordarci che ogni pappagallo porta con sé una storia antichissima.



sabato 10 maggio 2025

IL TRAINING

In natura, gli animali devono affrontare numerose sfide: la sopravvivenza richiede costante attenzione e adattamento.

Quando li accogliamo in ambienti protetti (ad esempio la nostra casa), eliminiamo molte di queste difficoltà, permettendo loro di vivere in condizioni più sicure e stabili. 

Tuttavia, proprio per questo motivo, è fondamentale offrire loro nuove opportunità di stimolo e arricchimento.

Il nostro compito è arricchire quotidianamente il loro ambiente e la loro routine, fornendo esperienze sempre diverse e coinvolgenti. 

L’addestramento, se ben strutturato, rappresenta di per sé una sfida positiva e stimolante per l’animale. Un addestratore creativo ha il potere di migliorare profondamente la qualità della vita dei suoi animali, contribuendo al loro benessere fisico e mentale.




venerdì 14 marzo 2025

SONNO UNIEMISFERICO

Alcune specie di pappagalli, come Parrocchetti e Cacatua, dormono con un emisfero cerebrale alla volta, mantenendo un occhio aperto per individuare i predatori (Rattenborg et al., 2000). Questo fenomeno, noto come sonno uniemisferico (tipico anche di balene, delfini, uccelli migratori) consente loro di alternare il riposo tra i due emisferi senza bisogno di lunghi periodi di sonno continuo.

Durante il sonno normale, entrambi gli occhi si chiudono e il cervello entra in uno stato di incoscienza. Tuttavia, molti uccelli devono mantenere una costante vigilanza a causa dei continui pericoli. Per questo si sono evoluti sviluppando il sonno uniemisferico, alternando il sonno tra entrambi gli emisferi a seconda della sicurezza dell’ambiente, che permette loro di riposare senza abbassare la guardia contro minacce e predatori.

E' stato dimostrato che questo tipo di sonno e' presente nei Parrocchetti ondulati (Melopsittacus undulatus), nei Cacatua (Cacatua galerita), ma non è ancora certo se tutte le specie di pappagalli presentino questo tipo di sonno.


Riferimenti Bibliografici: Rattenborg, N.C., Lima, S.L., & Amlaner, C.J. (2000). "Half-awake to the risk of predation." Nature, 397(6718), 397-398.Rattenborg, N.C. (2006). "Evolution of slow-wave sleep and palliopallial connectivity in mammals and birds: a hypothesis." Brain Research Bulletin, 69(1), 20-29.Siegel, J.M. (2008). "Do all animals sleep?" Trends in Neurosciences, 31(4), 208-213.



lunedì 6 gennaio 2025

STRESS

Esistono diversi tipi di stress, ciascuno con effetti differenti sull'animale. 

Lo stress positivo rappresenta una sfida gestibile e stimolante, come giocare o imparare qualcosa di nuovo, ed è spesso gratificante e talvolta favorisce la crescita personale.

Lo stress tollerabile, invece, è associato a esperienze impegnative e angoscianti (ad esempio la visita dal veterinario o la perdita di un "amico"), ma l'animale riesce a farvi fronte grazie a strategie di coping come il supporto sociale o l'esercizio fisico (il coping è l'insieme di comportamenti adottati per gestire, affrontare o ridurre conflitti ed eventi stressanti. Queste strategie di adattamento possono essere funzionali, favorendo una risposta efficace, o disfunzionali, aggravando la situazione). Anche questo tipo di stress, se gestito, può favorire la crescita senza causare danni a lungo termine.

Diverso è il caso dello stress tossico, dove l'animale non riesce a gestire la situazione, subendo impatti negativi sul lungo termine. Questo tipo di stress è spesso causato da fattori intensi o cronici, come traumi, isolamento o malattie. Gli effetti includono alterazioni del cervello, che portano a comportamenti disfunzionali come ansia, aggressività e ipervigilanza, con una significativa riduzione del benessere.

La capacità di affrontare lo stress dipende dall'intensità del fattore stressante, dall’accesso a risorse di coping e dalle esperienze precedenti. Non è il fattore di stress in sé a determinarne la natura, ma la capacità dell’animale di gestirlo.

Promuovere l’autonomia, è una strategia efficace per aumentare la resilienza dell’animale. Offrire opportunità per esercitare il controllo sul proprio ambiente, ad esempio rispondendo ai segnali di disagio, può rafforzare la capacità di gestire lo stress e migliorare il benessere nel lungo termine.

Un training basato sul rinforzo positivo e sulla scienza del comportamento favorisce il benessere animale ed è supportato dalla ricerca sulla neurobiologia dello stress e del trauma.


Amazzone