Rispettare il loro modo di sentire (cioe' come percepiscono soggettivamente una esperienza a livello mentale e fisico) — e non solo di agire — è il primo passo per una convivenza felice e consapevole.
Studi su specie come Corvi, Pappagalli e Ghiandaie mostrano che possono provare paura, frustrazione, sorpresa e reagire di conseguenza.
Paura e ansia
La paura è una risposta immediata a un pericolo reale. L’ansia, invece, è l’anticipazione di qualcosa di negativo che potrebbe accadere, anche in assenza di un pericolo visibile.
Un pappagallo che ha paura può fuggire, immobilizzarsi o aggredire.
Un pappagallo in costante allerta, invece, può sviluppare comportamenti ossessivi o ripetitivi, come vocalizzi eccessivi, aggressivita' o deplumazione.
Quando un pappagallo sviluppa comportamenti problematici legati all’ansia, non lo fa per dispetto. Sta cercando di ridurre o gestire un disagio interno. I comportamenti messi in atto sono strategie — spesso disfunzionali — per cercare sollievo.
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Amigdala – Elabora la paura e gestisce le risposte emotive.
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Ippocampo – Coinvolto nella memorizzazione, soprattutto di esperienze emozionali.
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Ipotalamo – Regola il sistema nervoso autonomo e le reazioni fisiologiche allo stress.
Secondo Kuenzel (2000), sebbene alcune strutture differiscano da quelle dei mammiferi, il sistema limbico negli uccelli svolge ruoli simili, compresi memoria, apprendimento e reazioni emozionali.
Nei casi acuti, questo sistema è utile: prepara il corpo all’azione (fuga o difesa). Ma se lo stress continua per giorni o settimane, il pappagallo entra in uno stato di stress cronico che può causare cambiamenti permanenti nel cervello:
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Il corticosterone in eccesso danneggia l’ippocampo, che regola la memoria e inibisce la risposta allo stress (Sapolsky et al., 1990).
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L’amigdala diventa iperattiva e fissa nella memoria le esperienze negative.
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I ricordi positivi, invece, diventano più difficili da formare o da richiamare.
Questo spiega perché un pappagallo cronicamente ansioso/in allerta tende a "scordare" situazioni serene, restando in uno stato di allerta continua anche in ambienti sicuri.
Come possiamo aiutare?
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Offrire un ambiente prevedibile, con routine stabili.
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Evitare situazioni che possano scatenare paura improvvisa.
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Usare il rinforzo positivo per modificare gradualmente le associazioni emotive negative.
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Fornire scelta e controllo al pappagallo (es. scegliere dove/come posarsi, giocare o alimentarsi).
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Se il problema persiste, consultare un esperto.